Il quadro clinico della malattia da coronavirus 2019 (coronavirus disease 2019 [COVID-19]) è molto variabile, andando da segni e sintomi minori come tosse e febbricola fino ai gravi sintomi delle polmoniti bilaterali che in circa il 15% dei pazienti possono essere pericolose per la vita.
Vi sono evidenze sempre più consistenti che indicano che le manifestazioni gravi nei pazienti con COVID-19 siano associate a una esagerata risposta infiammatoria e all’attivazione della coagulazione. Il sistema del complemento è un mediatore chiave della risposta immunitaria innata, ma la sua attivazione incontrollata può portare all’attivazione dell’infiammazione e della coagulazione provocando lesioni dei tessuti.
Lo studio condotto dal Prof. Massimo Cugno del Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi, in collaborazione col Prof. Pier Luigi Meroni dell’Auxologico di Milano, ha dimostrato in 31 pazienti con COVID-19 e insufficienza respiratoria la presenza di marcatori plasmatici di attivazione del complemento e tale attivazione è risultata correlata alla gravità della malattia.
Lo studio, che dovrà essere confermato su casistiche più ampie di pazienti, offre da un lato un nuovo strumento prognostico per i pazienti con COVID-19 e dall’altro il razionale per l’uso terapeutico di farmaci bloccanti il complemento per cercare di prevenire le gravi complicanze della malattia.
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